Il giorno 27 ottobre 2017 presso le Aziende Agricole Tamburello si è tenuto Open field day, l’attività di informazione programmata nell’ambito del progetto Solmacc: il progetto europeo che coinvolge tre paesi Italia, Germania e Svezia e quattro aziende agricole per ogni nazione; in particolare in Italia due sono ad indirizzo orticolo e due ad indirizzo viticolo ed olivicolo.



L’incontro si è tenuto alla presenza dei responsabili dell’azienda (Francesco Lo Sicco), dei tecnici AIAB, del vice presidente di AIAB Sicilia (Filippo Salerno), dell’agronomo che segue l’azienda (Daniele Agosta), tecnici ed aziende agricole e dalla presenza di una classe V dell’Istituto di Istruzione Secondaria Superiore “Don Calogero Di Vincenti” di Bisacquino (PA).

Durante la giornata è stato presentato il progetto e quali siano i suoi obiettivi, come ad esempio l’abbassamento delle emissioni di gas serra, la sensibilizzazione verso temi quali: il contenimento dell’erosione del terreno, la riduzione delle lavorazioni e la tutela delle risorse idriche attraverso l’implementazione nelle aziende agricole di pratiche innovative e virtuose.


Foto di gruppo partecipanti all’Open Day presso Azienda Agricola Tamburello (Foto D. Fontanive).

Nella prima parte dell’incontro a dare il benvenuto agli ospiti è stato il figlio della titolare dell’azienda Francesco Lo Sicco, il quale ha illustrato la mission dell’azienda di famiglia e la propria soddisfazione nel partecipare, come azienda ad un così importante progetto di ricerca e sperimentazione in campo agricolo e di quanto tale programmazione può incidere sullo sviluppo aziendale. Nell’illustrare l’azienda ha fortemente voluto precisare l’importanza dell’essere certificato biologico dal 2007, poiché tale metodo offre dei vantaggi a carattere ecologico, gestionale e commerciale, soprattutto per un’azienda come la sua in cui l’intera filiera produttiva viene completata. Il secondo intervento è stato del tecnico AIAB Antonino Modaffari, il quale dopo una presentazione di AIAB si è soffermato su alcuni punti cruciale delle attività agricole e sul ruolo di primaria importanza che le aziende, soprattutto le medio- piccole, rivestono nella gestione e sviluppo del territorio e su come il ruolo dell’associazione, nella programmazione e progettazione di progetti di ricerca, sia utile per lo sviluppo di un’azienda. Tale sviluppo si presenta in molte sfaccettature legate alle tecniche colturali innovative, alla conservazione della biodiversità, alla gestione economica aziendale ed al marketing.

Nel concludere ha voluto ricordare come il progetto SOLMACC non sia altro che l’attuazione del lavoro che AIAB svolge da oltre 25 anni come associazione di produttori, tecnici e cittadini-consumatori , mettendo in rete il movimento biologico, e soprattutto di rappresentare i produttori biologici, attraverso la promozione dell’agricoltura biologica quale modello di sviluppo sostenibile, basato sui principi di salvaguardia e valorizzazione delle risorse, rispetto dell’ambiente, del benessere animale e della salute di chi consuma. Infine Modaffari ha ringraziato il dirigente scolastico dell’istituto “Don Calogero Di Vincenti” per aver accompagnato alcuni dei suoi studenti a far visita all’azienda e a seguire l’evento come se fosse una lezione in campo, rimarcando l’importanza della preparazione che un istituto agrario può apportare ai futuri tecnici o conduttori di azienda.

La presentazione del progetto è spettata a Daniele Fontanive, coordinatore AIAB del progetto SOLMACC.

Nel presentare il programma ha ricordato che le aziende coinvolte sono 12, quattro per tre diversi Paesi (Italia, Germania e Svezia), e su come l’incentivazione delle pratiche agricole innovative possa essere utile per la conservazione dell’ambiente e su come molte aziende seppur variegate e diverse fra loro possano collaborare in un progetto di conservazione dell’ambiente in territori diversi. Nell’elencale gli obiettivi del progetto maggiore risalto è stato dato agli interventi effettuati in azienda, limitazione delle lavorazioni e riutilizzo di alcuni dei materiali di scarto.
Tutte le operazioni di riduzione delle emissioni e di conservazione della biodiversità, portano, ha ribadito Fontanive, ad una migliore gestione economica dell’azienda, riducendo in alcuni casi i costi e le lavorazioni. Implementando le buone pratiche agricole queste conducono anche ad una gestione fitosanitaria migliore in quanto le piante si presentano meno vulnerabili rispetto alle diverse avversità (attacchi fungini, insetti dannosi, ecc.) portando un forte giovamento soprattutto alle aziende a conduzione biologica.

Oliveto e vigneto Aziende Agricole Tamburello 


Questo progetto è co-finanziato dalla Commissione Europea, DG Ambiente.
Un breve ringraziamento e saluto è stato dato ai partecipanti da Filippo Salerno, Vice presidente di AIAB Sicilia, ricordando che la Sicilia è una tra le prime tre regioni in Italia per il numero di operatori biologici e per ettari destinati al bio, aggiungendo che tale metodo risulta importante per la gestione agronomica delle aziende siciliane, grazie ai territori particolarmente vocati all’agricoltura e agli innumerevoli prodotti tipici/tradizionali coltivati.
Il sopralluogo in campo, condotto dal tecnico dell’azienda, ha consentito di illustrare le modalità di attuazione delle metodologie di implementazione delle buone pratiche agricole (proposte dal progetto soprattutto nella gestione dell’oliveto), valutando fin da subito la differenza visiva di un terreno condotto con minime lavorazione e inerbito, a differenza di uno lavorato con le normali procedure agricole. L’azienda è di circa 60 ettari di cui 30 coltivati a vigneto, 15 ad uliveto e 15 a seminativo.

Nel vigneto i vitigni maggiormente rappresentativi sono il Nero D’Avola, il Perricone e l’Inzolia, ma sono coltivati anche il Syrah, Merlot, Chardonnay e il Petit manseng. La gestione agricola dei vigneti prevede delle minime lavorazioni tra i filari e il sovescio con delle leguminose, oltre alla normale gestione fitosanitaria nel corso delle varie fasi di maturazione delle uve. Gli appezzamenti coltivati ad uliveto sono gestiti con tecnica a minimum tillage, con le lavorazioni quasi del tutto abolite, se non in particolari casistiche. Le varietà presenti sono la Nocellara del Belice e la Biancolilla, dalle quali l’azienda ricava due oli differenti tra loro, per qualità organolettiche.

In entrambi gli impianti sono attuate delle semine di leguminose utili per il sovescio e a intervallo di file, in modo da facilitare anche l’ordinaria gestione degli impianti, specie in determinati periodi dell’anno, in cui si richiedono dei trattamenti agronomici particolari. Le concimazioni sono state quasi del tutto eliminate, così come i trattamenti antiparassitari, soprattutto nell’oliveto, ha spiegato il tecnico aziendale, in virtù delle tecniche innovative che nel corso di questo anni di sperimentazione stanno riportando la biodiversità in uno stato di equilibrio tale da ridurre gli attacchi da parte dell’entomofauna.
Mentre nei vigneti ancora si deve ricorrere a dei trattamenti, anche preventivi, al fine di evitare il rischio della perdita di produzione e di qualità del prodotto. Diverse osservazioni sono state sollevate dai partecipanti in riferimento ad aspetti tecnici ed economici del progetto, e sulla gestione dell’azienda. Alla fine della giornata informativa l’azienda ha allestito un buffet per fa assaggiare ai partecipanti i propri prodotti.