Uno studio conferma che le aziende biologiche fungono da rifugio per piante selvatiche, compensando la perdita di biodiversità nelle aziende agricole convenzionali.

I campi intorno alle fattorie biologiche hanno più tipi di piante selvatiche, fornendo benefici per l’ecosistema, afferma uno scienziati studio pubblicato sulla rivista Proceedings of the Royal Society of London B- Scienze Biologiche.. La ricerca alimenterà probabilmente il dibattito sui benefici ambientali dell’agricoltura biologica, riporta la BBC.

Il nuovo studio, condotto da ricercatori dell’Università di Swansea e Francesi, ha focalizzato l’attenzione su campi seminati a frumento nella regione di Poitou-Charente, rilevando che l’agricoltura biologica ha determinato a una maggiore diversità delle essenze spontanee sui campi circostanti.

La tipica sensibilità inglese per flora e fauna selvatica ha spinto il dottor Luca Borger del dipartimento di Scienze biologiche presso la Swansea University a sottolineare come “le piante selvatiche siano importanti per uccelli, api e altre specie terreni agricoli”, ha sottolineato. “L’agricoltura biologica promuove benefici specifici per questi ecosistemi, ma su scala territoriale anche un misto di agricoltura biologica e convenzionale può fare la differenza.”

Al fine di consentire una maggiore applicazione di pratiche agronomiche e culturali che preservino gli ecosistemi e mitighino gli effetti sul cambiamento climatico la Fondazione Italiana per la Ricerc,a in Agricoltura Biologica e Biodinamica (FIRAB) è partner del progetto SEMENte parTEcipata – Modelli di selezione vegetale e di tecniche agronomiche adatti alle condizioni pedo-climatiche locali, coordinato dal Dipartimento di Scienze delle Produzioni Agroalimentari e dell’Ambiente dell’Università di Firenze e finanziato dal Programma Life – Environment. Il progetto ha l’obiettivo di ottenere varietà di frumento duro adatte alla coltivazione in biologico, aventi qualità nutraceutiche e con glutine meno sensibilizzante. a partire da varietà locali di frumento duro e turanicodalle quali saranno costituite popolazioni evolutive poi coltivate in diversi contesti ambientali al fine di ottenere il loro adattamento locale.

di Luca Colombo